Bastarde disperate

Autrice: Dahlia de la Cerda

Traduttrice: Sara Cavarero

Edito da Solferino

Pubblicato nel 2023

Pag. 176

DESCRIZIONE DEL LIBRO

«Mi sono raccomandata al Diavolo perché in questi casi Dio ti snobba», dice una delle protagoniste di Bastarde disperate, il primo grande libro di Dahlia de la Cerda, vincitore del Premio Nacional Comala 2019 in Messico.
«Per uscire da tutto questo non basta volerlo, andare oltre. Queste sono frasi da bianchi. Nel quartiere ti giochi il tutto per tutto per sopravvivere.» E non vale solo nel «quartiere», violento e popolato da cholos, delinquenti e spacciatori, se anche Yuliana, la macabra e tenera erede al trono di un signore della droga, nella sua sierra non può smettere di combattere per stare a galla. E se la sua migliore amica Regina è costretta a pagare caro il suo desiderio di avere «un fidanzato trafficante, un buchón, uno che si vestisse firmato e non andasse da Zara e che, come animali domestici, non avesse dei gatti Sphynx ma dei leoni». Ma quando tutto manca, c’è sempre la magia: «la migliore strega della regione» offre i propri servigi attraverso la sua pagina Facebook, e tratta con il diavolo per impedire ai cani del vicino di saltare la recinzione e buttarsi nel suo patio a fare i propri bisogni.
Le «bastarde disperate» di de la Cerda condividono le difficoltà e i pericoli legati al solo fatto di nascere donne, e si confrontano con le risorse che la vita offre loro, costrette, in una terra di nessuno, a distinguere da sole qual è il confine tra bene e male. Ognuna di queste donne ci colpisce dritto in faccia, non sapremmo dire se per la sua forza o per la sua fragilità. Mentre l’autrice ci malmena, noi siamo felici. Ridiamo. Perché la scrittura è delicata, ironica nonostante tutto. Perché l’umorismo serpeggia tra narco-socialite, killer prezzolati, corridos messicani e influencer in cerca di like.

RECENSIONE

Carissimi Amanti dei libri,

per la mia challenge #leviamolapolveredailibri ho letto il libro di Dahlia de la Cerda “Bastarde disperate”.

L’autrice messicana è scrittrice ma anche un’attivista cofondatrice e direttrice del collettivo femminista “Morras Help Morras”.

Bastarde disperate è un libro tutto al femminile ambientato in Messico e intriso di violenza, crudeltà, dolore, discriminazione, questa è la quotidianità di tante donne, forse di tutte… Il Messico è uno dei Paesi dove il numero dei femminicidi è altissimo ma vengono riconosciuti come tali una piccolissima percentuale.

Non è una lettura facile.

Le storie raccontate hanno per protagoniste donne costrette a diventare forti in un mondo dove il patriarcato ha sempre l’ultima parola…

Anche se si è donne di potere si dovrà sottostare agli ordini degli uomini.

Non aspettatevi delicatezza. L’autrice è diretta, schietta, dura come la vita a cui certe donne si devono adeguare pur di sopravvivere: prostituzione, sopraffazione, malavita sotto ogni aspetto, corruzione, violenza… Non so se sia peggio essere donne in un Paese come il nostro che ti relega sempre all’ultimo posto e ciò a cui puoi aspirare è solo essere madre, badante, segretaria… o essere donna in Messico e dover cercare di sopravvivere perché se non sei forte e non ti adegui vieni cancellata dalla faccia della terra. Nel peggiore dei modi. In Messico non si scherza. Sei carne da macello se provi a prenderti gioco dei potenti! Tutto è corruzione, devi guardarti le spalle continuamente, non sei mai al sicuro. Non sono al sicuro nemmeno le persone che ami.

Vite spezzate.

Vite abbandonate al loro destino.

Vite costruite su un palcoscenico di apparenza.

Conta l’estetica, i soldi, i followers, l’essere al passo con i tempi tra chirurghi estetici, abiti e accessori alla moda, foto che mostrano vite di lusso in uno sfondo dove c’è chi non ha i soldi nemmeno per arrivare a fine giornata.

Esagerazioni spudorate.

Crudeltà inenarrabili.

Un contesto fatto di contraddizioni assurde.

No, non fate paragoni con la nostra società…

Il patriarcato e le lotte femministe si muovono in maniera diversa in ogni Paese.

A volte occorre solo guardare in silenzio.

Non sempre si può capire tutto.

In Messico si cerca di sopravvivere. Un giorno dopo l’altro.

Se essere donne è uno “svantaggio” in certi paesi europei, in Messico significa quasi non avere parola. Sì è come bambole in mano agli uomini che possono fare ciò che vogliono e spesso fanno le cose peggiori…

Tredici storie dove realtà, religione, stregoneria, violenza e morte si alternano, si intersecano, si mescolano senza più distinguerne i confini. Perché molte volte vivere in un mondo fatto di disuguaglianze perde i propri confini o se li vede porre ad ogni passo: tutto è illogico!

Un libro che scuote.

Un libro che non lascia nulla all’immaginazione.

Un libro senza peli sulla lingua.

Ti inghiotte, ti mastica e ti sputa via… come ogni storia narrata.

“Madri che cercano le proprie figlie. Città tappezzate di croci rosa. Città tappezzate di cartelli di giovani scomparse. Deserti di ossa. Lagune che divorano donne. Donne morte che spuntano dai fiumi, dalle fogne, dalle sabbie del deserto. Cadaveri buttati nella spazzatura, dentro a sacchi neri. Cibo per cani. Donne usa e getta. Donne decapitate. Donne strangolate. Donne squartate. Donne stuprate”. (Pag. 166).

Uno dei libri più intensi letti in questo anno. Da leggere se si ha il coraggio di affrontare tanta crudeltà!

Roberta Salis

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Commenti

2 risposte a “Bastarde disperate”

  1. Avatar Roberta Gussago
    Roberta Gussago

    Grazie lo leggerò di sicuro, un libro denuncia molto interessante

    1. Avatar Una Vita sui Libri

      Mi fa piacere, è un libro molto intenso e crudele. Certe situazioni non me le sarei mai immaginate!
      Credo sia uno di quei libri che aprono gli occhi.
      Un abbraccio e grazie mille

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