
Autore: Johann Wolfgang Goethe
Traduttore: Enrico Ganni
Edito da Einaudi
Pubblicato nell’aprile del 2022
Genere: Classici/Letteratura tedesca
Pag.144
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Consegnando nel 1774 all’editore Christian Friedrich Weygand di Lipsia il manoscritto del suo primo romanzo, il ventiquattrenne Johann Wolfgang Goethe si compiacque che quel suo «libretto» in forma epistolare gli fruttasse abbastanza da coprire i debiti contratti per via del precedente dramma Götz von Berlichingen. Ma “I dolori del giovane Werther” era destinato ad assicurare al suo autore ben altri riconoscimenti. «Il successo del libretto fu grande», scriveva un Goethe maturo nella sua autobiografia, «addirittura straordinario, soprattutto perché colse appieno lo spirito del tempo. Come infatti basta una breve miccia per far detonare un’enorme mina, così l’esplosione che si verificò fra il pubblico fu tanto potente perché i giovani avevano già scavato i cunicoli, e lo sgomento tanto intenso perché di ciascuno esplosero gli esasperati aneliti, le passioni insoddisfatte, i dolori immaginari». Aneliti, passioni e dolori scaturiscono da quelli del protagonista Werther, giovane d’animo sensibile e ardente, per la virtuosa Lotte dagli occhi neri, già promessa sposa di un altro uomo e dunque a lui preclusa. La frustrazione e la disperazione che ne conseguono inducono lo sfortunato amante dapprima a tentare la sublimazione del suo trasporto amoroso coltivando una fraterna amicizia con il legittimo pretendente e poi consorte di Lotte, Albert, e in seguito a spezzare il triangolo filadelfico da lui stesso architettato togliendosi la vita. Le sue gesta incendiarono la sensibilità di un’intera generazione, quella dello Sturm und Drang , che del Werther goethiano – «il primo dandy della letteratura europea, il tipo del soggetto narcisista che tutto vorrebbe afferrare e consumare, il cui vitalismo si ribalta in pulsione di morte» come si legge nella postfazione di Luigi Forte – fece il suo eroe, e della cultura ribelle che preferiva l’intensità del sentimento e l’immediatezza della natura all’aridità della ragione e delle convenzioni borghesi, il proprio manifesto. La «febbre wertheriana» che si scatenò prima in Germania e presto, al seguito delle molte traduzioni, in tutta Europa e perfino in Cina, contribuendo a fare de I dolori del giovane Werther il primo best seller internazionale, investì ogni aspetto della vita sociale e culturale, dalla moda nell’abbigliamento fino all’estenuata voluttà del suicidio, con il conseguente stigma di opera «altamente perniciosa» che tanto amareggiò il suo autore. Ma questo non impedì l’immediata e permanente consacrazione di J. W. Goethe che, nella sua critica della conformità sociale, nell’interpretazione penetrante del proprio tempo, nell’innovazione formale del romanzo epistolare a una sola voce, nella finezza psicologica dei ritratti, nella scelta ardita, scrive ancora Forte, di uno stile «ritmato e liricheggiante, con frasi smozzicate, iterazioni e libere costruzioni sintattiche che rispondono, più che a regole grammaticali, a un’intemperante individualità, che scioglie il lamento d’amore in suono e ritmo», mostrava i tratti inconfondibili del genio. «Ogni giovane desiderò amare così, ogni fanciulla di essere così amata. Un’intera generazione riconobbe in quello di Werther il proprio stato d’animo». «Qui mi importunano con le traduzioni del mio Werther, me le mostrano e chiedono quale sia la migliore e se la storia sia vera! È una sciagura che mi perseguiterebbe anche in India».
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
tra i libri della mia challenge #leviamolapolveredailibri c’è lui, un classico breve e intenso come la storia che si narra tra le pagine. La storia di un giovane bruciante di passione fino allo struggimento.
Si tratta del romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe “I dolori del giovane Werther”.
Non avevo mai letto nulla di questo autore e ho deciso di iniziare da qui.
Al centro di queste pagine la scintilla divampa in un incendio indomabile spinto dal vento della passione assoluta e accecante che non accetta nulla di diverso dal proprio ardore, non tollera che nulla si frapponga dal proposito di conquistare il cuore della donna che ama…
Un amore assoluto.
Un amore unico.
Una fiamma inestinguibile destinata a bruciare eternamente.
Questo è l’amore di Werther per la bella Lotte… un anelito che spezza il fiato e che segna la sua vita inesorabilmente!
Un amore struggente, mai consumato, ma vivo, tragico e colmo di insoddisfazione come il destino fatale che per Werther si compirà senza che nessuno possa far niente.
Questo amore è una tragedia annunciata.
Un amore infelice, un amore vano che resterà confinato nella pura e semplice fraternità perché Lotte è sentimentalmente impegnata con Albert… un ragazzo d’oro come si usa spesso dire, un ragazzo con molte qualità e seriamente intenzionato con la bella giovane dagli occhi neri.
A nulla servirà il tentativo di Werther di creare un triangolo amoroso, la tentazione di intromettersi tra i due fidanzati, il conquistare la fiducia e l’amicizia di Albert… alla ricerca di quel qualcosa che faccia crollare la solidità della coppia e poter finalmente conquistare la sua amata. Per Werther Lotte è il senso della vita.
No, non avvengono miracoli, non è un amore che salva, ma un amore destinato all’oblio per una giovane vita che non sa vivere senza l’angoscia e l’esasperazione, nella ricerca della soddisfazione del suo assurdo desiderio, che non sa accettare che non sempre nella vita i desideri diventano realtà… soprattutto quando in gioco ci sono la vita e la volontà di altre persone!
Lo stile di Goethe è fluido e chiaro, la forma epistolare conferisce eleganza e pathos alla vicenda del protagonista e assicura il coinvolgimento emotivo di chi legge, non c’è spazio per le distrazioni. Werther riesce a far vivere i suoi stati d’animo, a commuovere e a far riflettere accarezzando le corde dell’anima.
Probabilmente, la storia di Werther può risultare “esagerata” in una società moderna come la nostra dove l’amore è diventato “usa e getta”, dove si perde il senso vero dell’amore per relegarlo a situazioni mordi e fuggi o dettate dall’interesse del momento, ma credo che valga la pena regalarsi questa lettura per cogliere che esistono e sono esistiti amori che hanno portato al sacrificio della vita… giusto perdere la vita per un amore non corrisposto? Ovviamente no, non è necessario privarsi della vita per amare chi non ci ama o non può amarci, ma mi sembra significativo per cogliere il senso della profondità di un sentimento che un tempo era destinato ad una persona “speciale” e che oggi rischia di perdere la sua radice vitale e di essere attribuito ad ogni persona per cui si accende una scintilla.
Non desidero creare polemiche con il mio punto di vista, lungi da me…
Non desidero nemmeno che il mio punto di vista venga visto come un giudizio ma come un punto di partenza per un confronto costruttivo e sereno, non ho la verità in mano ma apprezzo conoscere punti di vista diversi o simili…
A me la vicenda di Werther mi ha fatto pensare al profondo divario che l’amore assume nel passato e nel presente, a come cambia il suo senso a seconda delle epoche e a come lo si viva in maniera diversa… Credo che spesso nella vita ci sia capitato di amare da morire qualcuno che non era interessato a noi o che non poteva far parte della nostra vita… si brucia, si impazzisce, letteralmente, si farebbe follie… il fuoco della giovinezza può portare a gesti estremi… eppure, ho l’impressione che oggi questo amore ardente non esista più, a volte mi sembra regni più l’interesse, l’opportunismo…
Spero, ripeto, di sbagliare…
Credo che riflettere su come si viva l’amore sia lecito ma ciò non toglie il fatto che l’amore è amore comunque lo si vive, anche se esagerato o un fuoco fatuo resto del parere che non si debba giudicare… ognuno lo vive con la propria intensità e secondo la propria esperienza interiore!
Una lettura drammatica e intensa. Un amore inestinguibile se non nel gesto estremo, l’unico in grado di concedere la pace al cuore. Triste, molto triste, forte come le passioni che bruciano il cuore e che crediamo eterne. Da leggere almeno una volta, meglio due!
Grazie a Goethe e al giovane Werther per avermi fatto soffermare a riflettere sull’amore e sul suo senso per la mia esistenza!
Roberta Salis
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