Autrice: Takoua Ben Mohamed
Edito da Rizzoli
Collana: Ragazzi
Pag. 252
Pubblicato nel maggio 2021
Genere: Graphic Novel
DESCRIZIONE DEL LIBRO
Il primo anno di superiori è complicato per tutti. Figurarsi per Takoua, che di cognome fa Ben Mohamed, è di origine tunisina, è musulmana, porta il velo e vive nella periferia di Roma, dove uno dei suoi compagni di scuola è un bulletto di nome Marco che si professa fascista… peccato che Marco è così scemo che nemmeno lui sa bene cosa vuol dire! Quando la prof ha la brillante idea di metterli in banco insieme, per Takoua andare a scuola diventa un tormento, come se non bastassero le occhiatacce dei vicini di casa, convinti che abbia una bomba nascosta da qualche parte nello zaino, o le battutine degli insegnanti, che pensano che i suoi genitori siano dei semi-analfabeti. Tra Takoua e Marco si scatena una vera e propria guerra, fatta di sguardi in cagnesco e di una trincea disegnata sul banco con il righello. Un muro che di giorno in giorno sembra sempre più insuperabile… Ma sarà davvero così? Una storia che parla di pregiudizi, stereotipi, razzismo, scuola, crescita e amicizia. Raccontata sempre con il sorriso e la forza dell’ironia.
RECENSIONE
Carissimi Amanti dei libri,
come tanti di voi sanno, mi piace sempre uscire dalla mia zona comfort e dunque, oggi, vi presento una graphic novel che ho adorato. Si tratta del libro di Takoua Ben Mohamed “Il mio migliore amico è fascista”… libro recente, uscito nel maggio del 2021, che propongo come lettura per l’estate per ragazzi ma anche per adulti.
L’ideale sarebbe che ragazzi e adulti affrontassero insieme la lettura di questo libro, fatto di immagini ma anche di importanti spunti di riflessione!
Una storia vera, la storia di Takoua, una giovane donna tunisina che racconta del suo arrivo in Italia e di ciò che ha sofferto in un Paese in cui, spesso, si vive di luoghi comuni, di rifiuto dello straniero, di chiusura nei confronti di chi tendiamo ad etichettare pericoloso, portatore di novità, usi o costumi che possano nuocere alla nostra cultura. Sono tantissimi i luoghi comuni che si sentono in giro, chissà quanti ancora potremmo citarne… ma non serve. Non serve, continuare questa lunga e inutile catena di parole che non includono le persone, di qualunque nazione o lingua siano…
E poi c’è il vizio di etichettare con le parole peggiori solo perché di origine religiosa diversa dalla nostra. Si ha paura di dire musulmano perché si pensa ad avvenimenti che hanno ferito l’umanità in passato o a gruppi di estremisti che, certamente, non dimentichiamo, ma non dobbiamo per questo, ledere la dignità di chiunque sia musulmano. Anche l’Inquisizione fu un periodo buio del Cristianesimo ma, non tutti i cristiani si possono continuare a definire inquisitori! So che sto estremizzando!
Takoua arriva in Italia all’età di 8 anni, insieme alla sua numerosa famiglia. I problemi nascono quando inizia a frequentare il primo anno delle superiori… chi non si ricorda quel periodo? Periodo difficile dato dall’adolescenza e vogliamo pensare a chi come Takoua è tunisina, musulmana e porta il velo? Vi immaginate i commenti, le difficoltà e i pregiudizi? E se poi come compagno di banco capita anche uno che si reputa fascista e che pone una linea nel banco da non superare? Se anche gli insegnanti vivessero di pregiudizi e non si mettessero in ascolto dei giovani? Tutto questo, Takoua, lo racconta attraverso le illustrazioni nel libro, mette a nudo ciò che ha sopportato, ciò per cui ha sofferto… Lo fa con ironia, ma con l’intento di far riflettere. Lo fa presentando gli aspetti negativi ma anche la bellezza di narrare anche degli aspetti importanti della sua vita come le amicizie, la famiglia, la forza d’animo e la sua capacità di andare contro qualunque luogo comune o pregiudizio.
Vi starete chiedendo se, oggi, nel 2021, serve ancora parlare di discriminazioni, razzismo, mancata inclusione per cause religiose… sì serve e servirà fino a quando non ci guarderemo in faccia con la capacità di accoglierci così come siamo e per quello che siamo!
Libro ironico ma necessario, divertente ma mai banale, importante da leggere per aprire la mente senza avere la presunzione di conoscere già gli argomenti trattati. Molto bello!
Consigliato!
Roberta Salis
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