Pol Pot

Carissimi Amanti dei libri,

oggi vi porto in Cambogia perché la #emseitalia ci presenta Pol Pot: un rivoluzionario, un politico, un dittatore e sì, anche un personaggio bizzarro e non privo di follia!

Tra il 1975 e il 1979 avvenne quello che fu chiamato il genocidio cambogiano, fu tra i fondatori del Partito Rivoluzionario del Popolo Khmer.

Amante degli pseudonimi perché ossessionato dai tradimenti e le cospirazioni, si può considerare uno dei dittatori più spietati del Novecento e si macchiò di numerosi crimini, infatti fu responsabile della tortura e del massacr* di oltre un milione di persone… mandava le persone ai lavori forzati, impediva al popolo di avere una sufficiente nutrizione e un’assistenza medica decente.

Nel 1976 la Cambogia divenne una repubblica comunista e Pol Pot fu nominato Primo ministro così poté emanare tutta una serie di riforme comuniste che volevano ripopolare le aree rurali come in passato. Con la presa del potere dei khmer rossi, i cittadini furono costretti a tornare nelle campagne dove fu costituita la proprietà collettiva secondo i modelli sovietici, vietnamiti e cinesi e l’educazione avveniva in scuole comuni.

Nella dittatura instaurata vennero perseguitati e uccisi tutti coloro che avevano un’istruzione, chi sembrava un intellettuale o chi ricopriva una carica politica o burocratica. Il territorio era cosparso di mine per uccidere chi tentava di scappare.

Non si aveva pietà di nessuno, nemmeno di bambini, donne o anziani e le torture erano indicibili e crudeli!

Pol Pot non viveva nel lusso ma era l’unico che godeva di acqua e corrente elettrica in casa, si fidava di pochi e nemmeno più di tanto, infatti il suo parlare poco e il suo conservare un volto sempre sereno era un modo per depistare coloro che avrebbe poi fatto giustiziare… uno che parlava con un volto così benevolo non poteva certo destare cattive intenzioni e invece!!! Nessuno con lui era al sicuro… e non solo faceva morire coloro che reputava colpevoli ma anche la sua famiglia.

Per le torture costituì l’S-21, un luogo dove la crudeltà non aveva fine.

Ciò che più fa riflettere è che la follia di quest’uomo come quella di altri dittatori trovò l’appoggio di numerosi collaboratori e seguaci… se per paura oppure per opportunismo non si sa, ma spaventa che i seguaci appartenessero a tutti gli strati della società!

Non conoscevo Pol Pot e ignoravo questa parte di storia della Cambogia, ma mi fa riflettere che la crudeltà abbia radici ovunque e che trovi così tanta popolarità tra le persone…

Questo è un aspetto che si riscontra in qualunque epoca storica e che vediamo anche oggi, mi chiedo sempre perché i volti del male abbiano questo successo in tutta la storia dell’umanità, sarà perché mettono in luce e in pratica aspetti che molti di noi si vergognano di avere? Chissà se ci sarà una risposta!

Roberta Salis

 

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